CONCETTO – Agosto 2013. Durante gli ultimi quattro mesi, quasi 17.000 immigrati clandestini sono approdati sulle coste italiane attraversando il mare Mediterraneo. Da quasi venti anni genti dell’Africa Nera sbarcano in Sicilia e, grazie anche alle rivoluzioni arabe ed alla guerra civile mediorientale, ad esse si sono aggiunti libici, tunisini, egiziani e siriani che fuggono dai loro paesi d’origine.
Questo flusso di popoli che arrivano in Europa, attratti dalla speranza illusoria di una vita migliore, da luogo ad un business lucrativo e criminale di vera e propria transumanza umana. Sorge un grave problema sociale sia per gli emigranti che per le popolazioni che li accolgono; una questione fondamentale per i diritti degli esseri umani coinvolti; un fenomeno geopolitico senza precedenti per i paesi del nord e singolarmente per l’Europa sorda e cieca. Delle leggi inique, repressive ed inefficaci, inadatte ad apportare reali soluzioni, mascherano invece, per il momento, una realtà che rischia di diventare sempre più grave ed esplosiva in un prossimo futuro e su cui appare urgente aprire un dibattito costruttivo su nuove basi. L’Italia e soprattutto la Sicilia con la sua generosa popolazione da sole sopportano con grande coscienza questo continuo assalto.In proposito, esemplare è l’operato della Marina Militare, della Guardia di Finanza, delle Capitanerie di Porto e con esse del popolo siciliano che incessantemente affrontano il fenomeno degli sbarchi e dell’accoglienza in tutta la loro gravità e con grande umanità.
PROGETTO
Il progetto che presentiamo vuole affrontare il tema nel presupposto che i legami culturali e sociali che si rinnovano attraverso i processi migratori, costituiscono oggi, anche nella drammaticità del fenomeno, una continuità nell’ambito della storia millenaria delle rotte del mediterraneo. Non si vuole con ciò glorificare l’immigrazione clandestina; si sa bene infatti che gli emigranti sono traditi già da prima di salire sulle imbarcazioni e si può anche presumere che le popolazioni locali che li accolgono sulle coste europee non potranno reggere tale compito in condizioni simili e con la generosità attuale. Dunque occorre sconfiggere l’inerzia e l’indifferenza diffusa dei paesi del nord facendo breccia con un forte segnale che generi una presa di coscienza tale da condurre ad una riflessione politica globale che non può non tenere conto anche della storia del fenomeno e delle proporzioni culturali che essa ha generato in passato e può continuare a produrre. La Sicilia di ciò è stata storicamente e naturalmente testimone ed artifice ed il suo patrimonio artistico ed umano lo testimoniano con forza.
Il progetto consiste nella costruzione di un monumento effimero attraverso l’assemblaggio di rottami d’ imbarcazioni approdate sulle coste siciliane, come un memoriale a coloro che, numerosi, non hanno raggiunto la terra sperata -quasi un cimitero marino che richiama un allineamento preistorico di monoliti -, come uno specchio che riflette antiche memorie dimenticate del traffico dei negrieri, come simbolo della sconfitta di una politica cieca esclusivamente attenta al nord ed alla finanza. Questo “campo d’onore” dovra essere visibile da molto lontano, dalla terra e dal mare e tale da provocare, avvicinandosi, un’intenso choc emotivo. La bellezza del sito prescelto ed il monumento che sullo stesso insisterà dovranno contribuire ad una vasta presa di coscienza che vada ben al di la dell’atto artistico ed intellettuale.
Tale sito – aperto, silenzioso, indipendente da tutto il resto – sarà un costone roccioso con una piccola spiaggia ai piedi che costituira una rappresentazione ideale della frontiera. Sulla spiaggia due barche; sul pianale costiero, in uno spazio orizzontale sufficientemente ampio, delle barche integre o appositamente demolite, piantate nel terreno, allineate ed assemblate tra loro con uno sviluppo ascensionale che all’aspetto ricorderà un megalito.
Tra i siti fin oggi visitati quello più idoneo appare il tratto costiero tra Arenella ed Ognina in località Asparano (che rientra nella disponibilità della Città di Siracusa).
Il lay out e la prospettiva del monumento saranno realizzati in seguito alla scelta del luogo che condizionerà il numero ed il volume complessivo delle barche da utilizzare.
Il monumento potrà essere distrutto alla fine della manifestazione (a riprova del suo carattere effimero) o restare stabilmente per una fruizione costante.
Durante lo svolgimento del progetto, numerose manifestazioni e operazioni avranno luogo in vari luoghi del territorio siciliano allo scopo di permettere di spiegare il messaggio culturale proposto e convincere al contempo il pubblico, attraverso una apposita strategia di comunicazione, – diretta ad un’audience internazionale -, che l’obiettivo di far scaturire e forse inventare una nuova riflessione sui problemi posti dalle emigrazioni e dalle immigrazioni alle porte d’Europa è una necessità immediata e soprattutto alla portata del nostro continente.
Michele Ciacciofera
François Koltès
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