Punta della Mola

La costa orientale della penisola Maddalena più conosciuta ai Siracusani con il nome di “Isola”, è da sempre interessata, data la vicinanza con la città di Siracusa, ad interventi umani determinati da diverse motivazioni che dimostrano intimo rapporto tra questo lembo di costa siracusana e la pentapoli greca. Basti pensare che in solo sei chilometri di costa (considerando solo l’area sottoposta a vincolo) si concentrano testimonianze umane dalla preistoria sino ai giorni nostri.

La “Grotta Pellegrina” e stata sede di lunghi studi che hanno permesso di identificare la stessa come luogo di rifugio dell’uomo preistorico.

A punta della Mola esiste una necropoli dell’età del bronzo con tracce del villaggio annesso. Lungo la costa esistono ben sei latomie (cave estrattive di età greca) a testimonianza ulteriore che in quest’area sorgeva l’antico quartiere sub-urbano del Plemmyriom oggi scomparso. A Punta della Mola e Capo Murro di Porco esistono anche estesi complessi di tunnel sotterranei usati come contraerea nella seconda guerra mondiale. Nella zona della Grotta Pellegrina si trovano due interessanti cisterne per l’acqua piovana probabilmente risalenti al secolo XIX, testimonianza di antiche colture.
A far da cornice a tutto questo ci sono chilometri di antichi muretti a secco della migliore tradizione iblea. Poco fuori l’area vincolata segnaliamo alcune meravigliose masserie e ville residenziali in completo stato di abbandono, come la villa del Barone Beneventano del Bosco.